La nascita dell'Impero Romano

Bentrovato, mio piccolo grande lettore!
In questo articolo ti racconto per grandi linee come Roma, passando attraverso guerre civili, riforme ed editti, si trasformò in un vastissimo impero.
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Iniziamo guardando insieme il  video che trovi anche sul canale. Poi, se ti va, continua a leggere e troverai la trascrizione, qualche piccolo approfondimento, esempi e curiosità su questo argomento.

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Nel primo secolo avanti Cristo, Roma governava un territorio che si estendeva dal  Portogallo a ovest fino alla Siria a est, dalla Francia a nord fino al Nordafrica a sud. 

I Romani chiamavano il Mediterraneo mare nostrum (mare nostro), perché ne controllavano sia le coste settentrionali sia quelle meridionali.

  • Il nome era anche un’affermazione di identità culturale. I Romani si consideravano un popolo unico e distinto dagli altri popoli che vivevano intorno al Mediterraneo.

 

  • Il nome “mare nostrum” è ancora usato oggi in alcune lingue, come il francese, lo spagnolo e l’italiano in  senso geografico, per indicare il Mar Mediterraneo. È anche usato in un senso più ampio, per indicare la regione mediterranea, con la sua cultura e storia condivisa.

Già dal 509 a.C. Roma era una repubblica nella quale il Senato deteneva il potere legislativo e due consoli, che rimanevano in carica per un anno, possedevano potere esecutivo e militare.

Nel primo secolo a.C., le istituzioni repubblicane, però, non erano più in grado di governare e risolvere i problemi di un territorio così vasto, soprattutto perché le province erano abitate da popoli molto diversi tra loro per stirpe, lingua, cultura e costumi. 

  • I Romani chiamavano il Senato “pater patriae”, cioè padre della patria. Questo titolo era usato per sottolineare l’importanza del Senato come organo di governo e come garante dell’unità e della stabilità della Repubblica.

 

  • I consoli erano eletti dal popolo romano, ma solo tra i patrizi, la classe sociale dei nobili.

In questo periodo la stabilità del vecchio sistema di governo fu minacciata da una una serie di guerre civili volute da uomini politici e generali che ambivano a ottenere il potere.

Dalle guerre civili emerse Ottaviano il quale, nel 27 a.C., assunse il titolo di Augusto, cioè “degno di rispetto, di venerazione”.

Fu così che Roma divenne un Impero: tutti i poteri -legislativo, esecutivo, giudiziario e militare- vennero accentrati nelle mani di un solo uomo, detto princeps (“primo fra tutti”).

  • Ottaviano era il nipote e figlio adottivo di Giulio Cesare, che era stato assassinato nel 44 a.C.

 

  • Ottaviano Augusto fu il primo imperatore romano a ricevere il titolo di “divus”, cioè divinità. Questo titolo gli fu conferito dal Senato nel 14 d.C., dopo la sua morte.

Augusto e i suoi successori iniziarono una serie di riforme che avrebbero reso più semplice mantenere il controllo sull’impero e consolidare il proprio potere. Fu dunque stabilito che in tutti i territori sarebbero state utilizzate un’unica lingua, ovvero il latino, una moneta unica e tutte le leggi sarebbero state emanante a Roma.

  • Augusto creò un nuovo sistema amministrativo che divideva l’Impero in province, ciascuna governata da un prefetto o da un procuratore.

 

  • Promosse anche la costruzione di opere pubbliche come strade, acquedotti e ponti, per migliorare la comunicazione e la circolazione delle merci nell’Impero.

L’impero romano raggiunse la sua massima espansione tra il 98 e il 117, sotto la guida di Traiano, che conquistò la Dacia (odierne Romania e Moldavia, ricchissime di miniere d’oro e argento) e alcuni territori orientali, che permisero di controllare le vie commerciali più importanti verso l’Asia.

  • Traiano fece costruire un ponte a lui dedicato sul Danubio, per collegare la Dacia alla Tracia. L’opera ingegneristica di grande abilità era simbolo della potenza dell’Impero Romano.

 

  • Il foro di Traiano a Roma è un altro esempio della promozione della romanizzazione da parte di Traiano. Si trattava di un complesso monumentale che comprendeva un tempio, un mercato, una biblioteca e una basilica. Fu costruito per celebrare la vittoria sui Daci.

 

  • L’espansione dell’Impero Romano sotto Traiano fu un periodo di grande prosperità e stabilità per l’Impero. Per questo motivo, Traiano fu molto popolare e il suo regno è considerato uno dei più felici della storia di Roma.

L’unificazione dell’impero divenne definitiva nel 212, grazie all’editto dell’imperatore Caracalla, che estese la cittadinanza romana a tutti gli uomini e donne liberi delle province.

Lo scopo dell’editto era di accrescere il numero di cittadini romani che, pagando le tasse, avrebbero incrementato le entrate nelle casse dello Stato, ma anche di eliminare le distinzioni fra conquistatori e conquistati e consentire agli abitanti delle province di partecipare alla vita politica occupando posti di comando nel Senato, nell’amministrazione e nell’esercito.

  • L’editto di Caracalla fu criticato da alcuni suoi contemporanei, i quali sostenevano che l’estensione della cittadinanza a tutti gli abitanti dell’Impero avrebbe portato a una perdita dell’identità, della cultura e delle tradizioni romane.

 

  • L’editto estese la cittadinanza romana a tutti gli uomini e donne liberi delle province con alcune eccezioni, tra le quali  vi erano i liberti (schiavi liberati), i dediticii (popoli che si erano arresi all’Impero Romano), i coloni (contadini che vivevano in terre confiscate allo Stato) e i barbari (popoli che vivevano al di fuori dell’Impero Romano).

Grazie alla loro estensione e all’immensa varietà climatica, le province riuscivano a produrre tutto il necessario per soddisfare il fabbisogno alimentare dell’impero.

Dal Nordafrica, dall’Egitto e dalla Sicilia arrivavano grano e cereali; gli altri territori italiani, la Francia e la Spagna fornivano vino, olio, ortaggi, frutta, ma anche bovini, suini, ovini e pollame da allevamento.

  • L’agricoltura romana era molto efficiente. I romani utilizzavano tecniche agricole avanzate, come l’irrigazione, la rotazione delle colture e la fertilizzazione.

 

  • L’olio era un prodotto versatile e veniva utilizzato per la cucina, l’illuminazione, la cura del corpo e per la produzione di sapone. Era diffuso in tutto l’Impero, ma le principali regioni produttrici erano l’Italia, la Spagna e la Grecia.

A Roma arrivavano anche prodotti esotici, che venivano esibiti come segno di ricchezza:

oro, avorio, smeraldi, animali selvatici e schiavi dall’Africa;

spezie, incenso, seta e pietre preziose dall’Asia;

pellicce e ambra dal Mar Baltico lungo il corso dei fiumi Reno, Elba e Oder.

  • Un’importante fonte di reddito per l’Impero era il controllo delle rotte commerciali che collegavano l’Europa, l’Africa e l’Asia, che permetteva a Roma di riscuotere tasse sul commercio di prodotti esotici.

 

  • Le spezie provenienti dall’Asia erano utilizzate per cucinare, per conservare gli alimenti e per scopi medicinali. Le più popolari erano il pepe, la cannella, lo zenzero e la noce moscata.

I commerci all’interno dell’impero erano facilitati dall’uso della moneta unica e dall’assenza di barriere doganali. 

Grazie alla mancanza di confini interni, infatti, non si dovevano pagare tasse per la circolazione delle merci. Le regioni erano inoltre collegate alla capitale da un’ottima rete stradale e le vie marittime erano sicure.

  • La moneta unica dell’epoca era il “denario”, una moneta d’argento accettata in tutto l’Impero. Coniata dalla zecca imperiale, veniva utilizzata per pagare le tasse, i salari e gli acquisti. Era una moneta stabile e affidabile, che facilitava gli scambi commerciali.

 

  • L’assenza di barriere doganali non era sempre rispettata. In alcuni casi, i governanti locali imponevano tasse sui commerci, che venivano utilizzate per proteggere le industrie locali, per generare entrate per le province e per scoraggiare il contrabbando. 

Un’ultima riflessione prima di lasciarci: ricorda che fin dalle sue origini l’Impero Romano, in quanto entità politica, economica e culturale di enorme importanza, ha influenzato profondamente lo sviluppo del mondo occidentale, rappresentando una tappa fondamentale nella storia dell’umanità.

Grazie infinite per aver letto fin qui: io, la Signorina Clessidra e i nostri amici speriamo che ti sia divertito e ti aspettiamo presto per altre avventure!